Foto monastero

Lectio della Domenica

 

2 Aprile 2023 - Domenica delle Palme

 

 

Dalla Passione del Vangelo secondo Matteo

 

Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: "Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni"». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l'hai detto - gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa' il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell'uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

 

 

In ascolto della Passione

 

In questa domenica in cui sentiamo risuonare il grido della folla “Osanna” e poco dopo il grido di “Crocifiggilo”; in questa domenica in cui sentiamo Pietro dichiarare a Gesù “Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò mai” e poco dopo, per tre volte, “Io non conosco quell’uomo”, comprendiamo la nostra miseria e la grandezza dell’amore del Signore che viene a perdonarla e sconfiggerla sulla croce. Allora forse l’unica posizione in cui possiamo stare è quella della conversione, è quel pianto di Pietro che riconosce la miseria ed implora la misericordia.

In questa domenica vi proponiamo di entrare nella Passione attraverso un ascolto musicale: quello dell’aria di J. S. Bach “Erbarme dich”, una delle più belle della sua “Passione secondo Matteo”, che va a dare rilievo spirituale proprio al pianto di Pietro.

Il basso continuo fornisce una base costante e ininterrotta, ma non monotona, mentre il violino e la voce raggiungono un grado di interazione e di integrazione eccezionali.

Il ruolo di protagonista tematico è dato da un motivo puntato, che il violino solista presenta fin dalla prima battuta e che poi nella voce caratterizza le parole-chiave del brano: erbarme (muoviti a pietà) e Zahren (lacrime). Erbarme dich dice un movimento di Dio verso il peccatore, non è un verbo statico, non è semplicemente un Signore pietà. E' interessante notare che nel verbo tedesco "erbarmen" troviamo la stessa radice del verbo "umarmen" (abbracciare): il peccato di Pietro è già dentro un abbraccio di misericordia.

La Passione secondo Matteo è una composizione sacra di Johann Sebastian Bach in cui l’autore traspone in musica i capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo , che trattano della passione di Gesù, nella traduzione tedesca di Martin Lutero, inframezzata da corali e arie. Le trasposizioni musicali barocche della Passione divennero comuni alla fine del Seicento. Come nelle altre passioni in forma d'oratorio, l'allestimento di Bach presenta il testo evangelico di Matteo (cap. 26 e 27) in modo relativamente semplice, prevalentemente con l'utilizzo del recitativo, mentre le arie e gli ariosi utilizzano un commento scritto comunque con l'ispirazione degli eventi biblici.

La narrazione dei testi del Vangelo è curata dal tenore solista che canta interamente con un recitativo, accompagnato soltanto da un basso continuo. Ogni volta che un personaggio parla nella storia, un nuovo solista canta le relative parole, anche in recitativo; oltre a Gesù, ci sono parti per Giuda, Pietro, uno dei sommi sacerdoti, Ponzio Pilato, la moglie di Pilato e due ancelle, sebbene in pratica non tutte le diverse parti siano cantate da coristi diversi. I recitativi di Gesù sono facilmente riconoscibili dal momento che sono quasi sempre accompagnati dall'intera sezione degli archi dell'orchestra. Le arie, che utilizzano i testi di Picander, sono inframezzate tra le sezioni del testo evangelico e sono cantate da diversi solisti con un'ampia varietà di strumenti di accompagnamento, in contrappunto con la voce solista. Ad esempio nell'aria ("Erbarme dich") il violino obbligato intesse la sua voce con il soprano solo mentre in ("Aus Liebe will mein Heiland sterben"), sempre cantata dal soprano, il ruolo di obbligato spetta al flauto. In primo piano, come si vede, sarebbero quei sentimenti umani che il racconto sacro lascia relativamente ai margini e che la musica richiama invece al centro della scena facendone occasione di meditazione. La forza espressiva della Passione secondo Matteo sta dunque in un rovesciamento di prospettiva rispetto alla tradizionale narrazione della storia sacra. La voce dell’Evangelista racconta gli eventi in modo apparentemente distaccato, ma le arie, i corali e i cori manifestano meglio il coinvolgimento dei fedeli nel pieno di una vicenda nella quale compaiono sia come vittime che come carnefici. Piu` che la dimensione teologica legata alla questione del “sacrificio”, a toccarci e` piuttosto quella umana e troppo umana della “ingiuria”, centro focale della composizione bachiana. La vicenda che Bach racconta nella Passione secondo Matteo si concentra su questa componente umana ed e` perciò la storia di un Dio indebolito e deriso, e` la storia di un naufragio che ci comprende tutti, perché l’intenzione divina viene messa a morte per colpa di quello stesso mondo che essa intende salvare. All’altro capo dell’esperienza dell’ingiuria e della colpa sta la virtù redentrice della pieta`: e` una pieta` vista come un bisogno di preghiera che segue alla meraviglia per questo Dio dei naufraghi che non salva se stesso dalla Croce, ma chiede di essere salvato dal cuore stesso dei fedeli davanti ai quali si immola. Bach si rifà alla tradizione protestante che fa del cuore del fedele il luogo in cui Dio deve essere salvaguardato e della musica fa l’esempio della comunicazione “da cuore a cuore”, come appunto vuole essere la Passione secondo Matteo.

 

BWV 244 Matthäus Passion 36 Erbarme dich

https://www.youtube.com/watch?v=BBeXF_lnj_M

 

Testo: Erbarme dich, Mein Gott, um meiner Zähren willen! Schaue hier, Herz und Auge weint vor dir Bitterlich.

Traduzione: Abbi pietà di me, Signore, per amore del mio pianto; guarda il mio cuore e gli occhi che piangono amaramente. abbi pietà di me!

 

 

Scarica qui la lectio completa in formato pdf o PowerPoint

PDF