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Parola della Domenica

 

13 Ottobre 2024 -

28 Domenica del Tempo ordinario - B

 

 

Dal vangelo secondo Marco (Mc 10,17-31)

 

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio". Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".

 

 

Sequela e ricchezza

 

Il brano del Vangelo che la liturgia della Parola ci dona in questa domenica ci parla di ricchezza e sequela. Alcuni personaggi: un uomo ricco, i discepoli e Pietro.

La prima cosa che chiede l’uomo ricco quando incontra Gesù è: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?" (Mc 10,17). Questa sarà la domanda che accompagnerà tutto il brano del Vangelo. Facendo un passo indietro nel brano precedente Gesù stesso ci dà una risposta: «chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso" (Mc 10,15). Il bambino ha un modo diverso di vedere le cose rispetto ad un adulto; è questo il cammino che Gesù vuole farci fare: arrivare a cambiare sguardo per vedere in modo diverso le cose che facciamo.

La risposta alla domanda dell’uomo ricco viene data in due momenti: il primo riguarda l’osservanza dei comandamenti, ma l’uomo che si sente giusto risponde: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza" (Mc 10,20) .

Eppure il ricco percepisce che anche se ha sempre osservato la legge, questo non basta per avere la vita eterna. E’ davanti a questo che Gesù: «fissatolo lo amò» (Mc 10,21). Gli occhi di Gesù vedono la bellezza e la purezza del cuore di quest’uomo e guardano quell’oltre che lui non è capace di vedere in sé. Di qui il secondo momento con la proposta: «Va vendi quello che hai e dallo ai poveri» (Mc 10,21).

Gesù tenta di accompagnare il ricco dentro al grande comandamento che attraversa tutta la fede di Israele. Nel capitolo 12 del Vangelo di Marco infatti uno scriba chiede a Gesù qual è il primo di tutti i comandamenti e Gesù gli risponde: "Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» (Mc 12, 29-30).

Poi Gesù continua: «Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi" (Mc 12, 31). E’ proprio nel vivere questo comandamento unico e totale che l’uomo ricco si trova in difficoltà, un comandamento che donerebbe completezza alla sua vita, ma che in realtà lui non vive. E quando Gesù lo invita a vendere tutto quello che ha e a seguirlo, egli «si fece scuro in volto e se ne andò rattristato» (Mc 10,22), una tristezza che viene dal rendersi conto che non riesce a vivere a pieno quello che vorrebbe.

Tutto questo diventa un grande insegnamento per i discepoli. Gesù stesso infatti afferma: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!" (Mc 10,23). Non è possibile mettersi alla sequela di Gesù senza lasciare qualcosa, come ci ricorda Matteo nel suo vangelo: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.» (Mt 6,24). Ancora nel Vangelo di Marco quando Gesù invia alla missione i dodici lo fa con queste parole: «E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6,8-9). Legge della sequela dunque è lasciare ogni sicurezza per seguire il Signore nostra unica ricchezza.

E Gesù senza mezze misure non nasconde che è una cosa difficile da vivere: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio" (Mc 10,24-25). I discepoli restano stupiti davanti a questa affermazione di Gesù e chiedono: "E chi può essere salvato?" (Mc 10,26). E Gesù rivela loro il segreto di ogni sequela: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio" (Mc 10,27). Non siamo infatti noi a fare tutto questo, ma è Dio che fa questo in noi.

E’ Pietro a conclusione del brano di oggi a porre con verità davanti al Signore la condizione dei discepoli che lo stanno ascoltando: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Che cosa ne otterremo?" (Mc 10,28). Gesù gli risponde: «Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà» (Mc 10,29-30).

C’è dunque un modo diverso di vedere le cose; siamo invitati ad imparare a vedere non solo con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio. Solo così possiamo riconoscere che tutto quello che abbiamo lasciato ci viene riconsegnato con abbondanza già qui e ora. A noi la sfida di lasciarci cambiare lo sguardo per riconoscere nel poter seguire Lui il più grande tesoro della nostra vita, la nostra unica ricchezza.

 

 

 

 

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